Le problematiche familiari si presentano più frequentemente nelle fasi critiche del ciclo evolutivo di una famiglia. Ciò che rende critiche le fasi del ciclo evolutivo familiare è il loro essere fasi di
transizione e passaggio. Per esempio la nascita o l'entrata nell'adolescenza di un figlio, il
pensionamento di un genitore, la morte di un membro anziano della famiglia, etc. Questi sono tutti
eventi normativi (prevedibili), ma vi possono essere anche eventi non normativi che giungono a
sconvolgere i delicati equilibri di un sistema familiare: un incidente, una menomazione o una
malattia grave di un membro della famiglia, un crollo finanziario, una gravidanza non programmata,
etc.
In tutte queste circostanze la famiglia è costretta a riorganizzarsi su nuovi assetti funzionali ed è proprio in questo passaggio, orientato alla ricerca di nuovi equilibri, che la famiglia può andare in
sofferenza ed in crisi e così alcuni suoi membri, più spesso quelli dell'ultima generazione (cioè i
figli) manifestano stati d'angoscia e/o sintomi psicologici che segnalano un disagio profondo
(sindromi ansiose-depressive, disturbi alimentari, sintomi fobico-ossessivi o d'ansia; disturbi del
comportamento, etc.). Sono queste le circostanze in cui proporre una terapia familiare.
Caso per
caso poi il terapeuta deciderà chi invitare in seduta o come impostare il trattamento familiare: vi
sono circostanze in cui si lavora solo con la famiglia nucleare, altre in cui è utile invitare anche le
famiglie d'origine, altre ancora in cui si lavora con i “sottositemi” (cioè invitando solo alcuni membri
della famiglia: per esempio si lavora solo con la fratria, etc.). |